Juan Ignacio Surraco. Dall’ Uruguay all’ Italia all’ età di 19 anni. Abbiamo letto che ami il mare, oltre a quello cosa ti manca di più del tuo paese?
“Beh…certamente la famiglia e gli amici in primis, ma un sacco anche l’asado! Carne di manzo cotta alla brace che tutti gli uruguayani amano.”

Montevideo e’ la sede delle principali squadre Uruguayane di calcio. Qual e’ la tua squadra del cuore?
“Peñarol. La più forte di tutti, c’ho anche il tatuaggio!”

Hai debuttato a 17 anni con il Central Español, com’è stata la prima gara da professionista?
“Non la ricordo tanto. È successo tutto da una settimana all’altra, mi hanno chiamato ad allenare con la prima squadra e da quel momento ho sempre giocato titolare. L’anno successivo abbiamo vinto il campionato e siamo saliti in Primera División, la serie A uruguayana.”

Sei arrivato in Italia grazie all’ Udinese l’anno successivo. Qualcosa è cambiato nel tuo modo di vivere il calcio tra Uruguay e Italia?
“L’Udinese era sicuramente un altro mondo. In Uruguay si pensava più al gioco e meno a tutto il resto. Dal materiale per l’allenamento all’organizzazione, in Italia è cambiato tutto. C’è più attenzione e professionalità.”

Dopo Udine una serie di prestiti. Com’e’ andato il debutto in serie B a Messina?
“All’inizio mi è costato un po’, non ero abituato e non ero entrato con la testa nel campionato italiano. Dopo un paio di mesi meglio, ho cominciato a giocare e a trovare i miei spazi.”

Due stagioni ad Ancona e la continuità di buone prestazioni. poi Livorno e Torino. In Piemonte forse la stagione più sfortunata ma culminata con la promozione in serie A. Come l’hai vissuta?
“Ricorderò sempre quell’anno, ho avuto un paio di problemi fisici ma la promozione ha spazzato via tutto. Un pubblico come quello di Torino e 3 anni di purgatorio in B hanno scatenato la città.  Tifo caldissimo e una marea di gente in piazza.”

In carriera hai un tuo gol o una tua partita preferita?
“Il mio gol preferito non è per la bellezza in sè ma per il valore. Si giocava Central Español – Nacional. Il Nacional è ‘odiato’ dai tifosi del Peñarol come me. E’ un derby sentito. Segnare una rete contro di loro è stata una grande gioia.”

Hai anche indossato la maglia della nazionale nel Mondiale Under 20 in Canada. Spagna – Uruguay 2 a 2 con reti di Cavani e Suarez. Com’e’ stato giocare dietro a questi due?
“Avevamo una bella squadra ma loro erano due fenomeni, si vedeva già allora. E’ stato una bella esperienza, peccato per l’uscita agli ottavi dopo aver passato il girone. Abbiamo perso 2 a 1 ai supplementari contro gli Stati Uniti e addio sogno mondiale.”

Tanti tatuaggi sul tuo corpo. Quale ti piace di più? Quale il più significativo?
“Tutti mi piacciono e tutti li considero belli a loro modo, dai primi agli ultimi fatti. Ma lasciamoli la, non mi piace parlarne molto.”

Cittadella aspetta le tue giocate li davanti, cosa ti senti di dire ai tifosi in questo periodo un po’ delicato?
“Ai tifosi voglio dire che il Citta merita questa piazza e dobbiamo farcela. State tranquilli che ci salviamo, darò il massimo in ogni gara da qui alla fine!”