Per la finale di Montecatini con il Ponsacco vengono allestiti 11 pullman. Saranno 90 minuti di passione per arrivare ai supplementari quando Moresco al 7’ inventa da solo il gol del vantaggio granata, ma Morelli rimette tutto in discussione dopo 3 minuti. Al 14’ un guizzo incontenibile di Carotta porta al trionfo i granata.
Come un sol uomo un migliaio di tifosi si catapulta in campo: giocatori, Gabrielli e de Bortoli vengono portati in trionfo: siamo Campioni d’Italia. E’ il 7 giugno 1980.
L’A.S. Cittadella raggiunge il traguardo dell’Interregionale proprio nell’anno in cui la Federcalcio ha deciso di trasformare la Quarta serie semiprofessionistica in questo nuovo torneo dilettantistico.
E così il Cittadella apre la stagione 1981-82 con l’inaugurazione del nuovo terreno di gioco, lo stadio appena realizzato negli impianti sportivi di Viale dello Sport.
Il “D’Alvise” rimarrà il campo per gli allenamenti delle squadre giovanili. La prima squadra invece, si trasferisce in pianta stabile al “Pier Cesare Tombolato”. L’A.S. Cittadella chiude la sua stagione d’esordio con un onorevole nono posto. Negli anni successivi la società rimane orfana di De Bortoli, tornato in provincia di Treviso: la scelta del “patron”, stavolta, cade su Mario Tonello. È l’inizio di un nuovo capitolo che dura un triennio. Ed è proprio il primo campionato seguito dal nuovo allenatore, vale a dire il 1983/84, a dare le soddisfazioni maggiori poiché i granata, sebbene a 7 lunghezze dalla Pievigina, riescono a conquistare la seconda posizione.
Le due stagioni successive, però, sono persino più avare di quella conosciuta da Lampredi: nono al termine del torneo 1984/85 e ottavo alla conclusione di quello 1985/86, il Cittadella sta maturando dal punto di vista dell’ambiente e della gestione. La squadra si ritrova nell’inverno 1987 in piena zona-retrocessione e la società pensa di affidare il delicatissimo incarico per raggiungere il traguardo salvezza al trainer dell’Under 18, Lucio Fasolato. I granata centrano l’unico obiettivo che potevano permettersi: giungendo quart’ultimi, si garantiscono un altro anno di permanenza in Interregionale.
Nell’estate del 1987 il presidente stringe un “patto d’acciaio” con un allenatore trevigiano non molto conosciuto in provincia di Padova, ma di altissima e provata fedeltà. In effetti, Paolo Bottacin si presenta con delle credenziali di tutto rispetto al ‘Tombolato’: nei suoi 23 anni di panchina a Vedelago, ha portato il Pellizzari dalla Terza Categoria alla Promozione. Lo stile e il rigore dell’uomo, la profonda preparazione del tecnico, avevano conquistato Gabrielli. E Bottacin, da parte sua, a Cittadella trovò nuovo spazio alla propria creatività: lo si capì sin dal primo ritiro estivo di Arsiè.
E lo ribadì il terzo posto conquistato nel campionato 1987/88. Ma fu solo un assaggio. L’anno successivo il secondo trionfo dopo l’ormai lontana, nei ricordi e nel tempo, Coppa Italia: l’arrivo per la prima volta in C2.

La consegna della Coppa Italia Dilettanti all’ A.S. Cittadella